mercoledì 3 ottobre 2012

OGGI SONO STATA DAI MIEI NONNI

Lo ammetto, mia nonna non mi vedeva da circa un anno.
È vergognoso e mi faccio fastidio da sola.

Ieri un improvviso cambio di programmi lavorativi (motivazione non così nobile effettivamente) mi ha fatto decidere di passare oggi a trovarla per una colazione insieme.

È invecchiata, lo sono entrambi, anche il nonno.
Sono vecchi, malati, stanchi ma sempre presenti... l'assente sono io.

Arrivo e trovo un vassoio con la tazzina e la zuccheriera, la moka è già sul fuoco e mia nonna, che ha passato una nottataccia a causa di una terribile colite è evidentemente sfatta ma altrettanto accogliente.
Certe cose non cambiano mai: il caffè è cattivo, pessimo direi ma è sempre stato così da lei e credo che mi preoccuperei del contrario, i biscotti Novellini Campiello (sì, di quelli che appena immersi sono già spappolati), le pentole accatastate sul davanzale della finestra, ammaccate ma splendenti, la tv sempre accesa, mille blocchi sparsi per la cucina pieni di appunti di ogni genere, il tavolo ingombro, le foto appese...io all'eta di 3 anni.
La nonna mi allunga una busta: "Mettila via, è per una ricarica telefonica. Per il tuo compleanno"
Vi faccio presente che compio gli anni a marzo (e che non faccio le ricariche telefoniche)... ma non ci siamo mai viste.

Mi chiede del lavoro, sa che ho cambiato e con difficoltà cerca di capire cosa faccio adesso "aiuto le aziende a farsi pubblicità", mi sembra la formula più semplice e comprensibile.

Mi interrompe quando alla tv passano il proverbio del giorno: quello non può perderselo :-)

Mi fa vedere il cellulare che le hanno regalato al compleanno i figli (ma come si fa a regalare un cellulare a mia nonna mi domando io!?!) e mi spiega che non lo usa perchè nessuno le ha spiegato come si fa e allora lo guardiamo insieme.

Mi chiede del Canada, di Francesco...
Poi arriva il nonno, che nel frattempo era andato a dar da mangiare alle galline e via di nuovo, ripeto tutta la storia (ma a voce più alta perchè mio nonno è mezzo sordo).

Li guardo, sono proprio vecchi, forse più vecchi della loro età purtroppo, ma sono insieme, si sono sopportati per così tanto tempo che ora sono in completa simbiosi. Le giornate sono scandite da riti e ritmi sempre uguali, tranne quando arriva qualche visita inattesa, come oggi.
Resto lì e mi domando per quanto ancora potrò godere del ruolo di nipote... sono gli unici nonni che ho,  quelli paterni non ci sono più da tempo.

È vero, sono riflessioni un po' scontate, se vogliamo anche facili, ma quando ti trovi lì, davanti a loro e davanti a te stessa, così assente e così sempre indaffarata, stressata, impegnata, organizzata, pianificata, agitata eccc... queste "banali" riflessioni ti piovono sulla testa come una grandinata primaverile e ti senti davvero piccola e un po' stupida.

È ancora una volta una questione di (mancanza di) tempo? non so... non credo.
È che tutto sembra più importante, più urgente, più necessario, prioritario (inizio a odiare questo termine).
La verità è che non sono capace di staccarmi da me stessa e dalle mie "priorità" per riuscire vedere gli altri, per far spazio agli altri, per scorgere i miei nonni e capire quanto preziosi e quanto fragili siano.
Buoni propositi? No, non ha senso.
Concretezza, molto meglio dei buoni propositi.



2 commenti:

  1. Cara Roby, mi hai fatto entrare a casa dei tuoi nonni e mi hai strappato una lacrima... Ti abbraccio!! :)

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    1. Grazie Alessandra, che gentile. Felice che tu sia entrata :-)

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